martedì 12 marzo 2019

GIOCO DI POSIZIONE

Il termine gioco di posizione, però, oggi si riferisce a una filosofia o stile di gioco basato su diversi princìpi e allenato seguendo alcune metodologie. Il nome è dovuto all’importanza assegnata all’occupazione delle posizioni corrette all’interno di una struttura organizzativa predefinita: in particolare, «le posizioni dipendono da dove si trova il pallone», e «non sono le posizioni che vanno al pallone, è il pallone che va alle posizioni».

Per farla semplice: la posizione di ogni singolo giocatore è fondamentale per lo sviluppo del gioco, ma è solo uno strumento per raggiungere un certo fine. Per questo in Spagna si discute molto anche su una possibile ridenominazione dello stile (ormai impossibile, vista la fama anche internazionale): Juanma Lillo (allenatore spagnolo, è stato collaboratore di Sampaoli nel Cile e nel Siviglia) propone “juego de ubicación” (come descritto nel libro Metamorfosi di Martí Perarnau) perché comprensivo non solo del luogo in cui si trova il giocatore, ma anche dell’orientamento del corpo, la postura, la direzione. Insomma, un termine più soddisfacente di quello di Sharpe.

Una cosa è certa, studiarne il nome ci aiuta a capire il tipo di gioco di cui parliamo: come sottolinea Guardiola, il possesso palla in sé non è un valore intrinseco di questa filosofia di gioco, che non a caso si definisce di posición e non di posesión.

Superiorità
Definizione brevissima per chi non ha tempo o voglia di approfondire: il gioco di posizione è un modo di vedere il calcio, la cui proposizione principale è la ricerca della superiorità (posizionale, soprattutto, ma anche numerica e qualitativa), il cui strumento è il controllo del pallone, e che si basa su una serie di movimenti definiti tramite allenamenti specifici.

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